La Scaramuccia e il rischio chiusura dell’Ospedale di Cecina
Le dichiarazioni dell’assessore regionale alla sanità Scaramuccia sembrano confermare tutti i dubbi circa il mantenimento dell’ospedale di Cecina ma solo pochi mesi or sono, durante il consiglio comunale aperto di Rosignano, l’assessore aveva attaccato, affermando “di non capire chi mette in giro certe voci, chi come noi denunciava il rischio chiusura dell’ospedale e la mala-gestio dell’ASL 6.
Curioso che sul tema della chiusura dell’ospedale si fatichi a trovare dichiarazioni stampa del direttore dell’ASL 6 Calamai che peraltro ignora completamente le continue richieste di chiarimenti che provengono dai cittadini e dalle opposizioni consiliari. Nel frattempo i Sindaci della Bassa Val di Cecina continuano a dormire limitandosi a qualche dichiarazione di facciata prive di effettivi contenuti come quella del Sindaco di Cecina.
Adesso non ci sono più scuse, la Calamai, i Sindaci e le forze politiche di maggioranza,fino ad oggi accondiscendenti a queste politiche, devono intervenire con decisione e dire la verità una volta per tutte. L’ospedale di Cecina chiuderà ?
Se la risposta è “no†ci spieghino quali sono i progetti e le proposte di modifica dell’attuale gestione che giorno dopo giorno sta eliminando i servizi essenziali dell’ospedale e lascia i cittadini interdetti. Le dichiarazioni del Sindaco di Cecina Benedetti fatte ieri, fotocopia da una parte delle richieste del Comitato sorto a difesa dell’Ospedale e dall’altra dei concetti da Lui espressi quattro mesi fa, giungono molto tardive visto che sono mesi che si segnalano le criticità da lui solo oggi riportate e non vi è stata alcuna reazione istituzionale ufficiale se non gli applausi all’inaugurazione del pronto soccorso.
Come consiglieri comunali stiamo ancora attendendo risposta alla richiesta di visionare i bilanci della Società della Salute della bassa Val di Cecina, altro carrozzone conosciuto solo da chi ne occupa le poltrone e difeso non solo dal suo direttore Lucchesi (111.000 euro di stipendio come dichiara lui) ma inspiegabilmente anche dai Sindaci malgrado che essi stessi abbiano dimostrato, nei consigli comunali dei nostri piccoli comuni, di non saperne nulla della gestione, nel frattempo però i Comuni versano 45 euro a residente nelle sue casse, che nel caso di Riparbella sono oltre 65.000 euro all’anno, una cifra considerevole per un piccolo comune dove anche l’assessore alla salute Figni ha dimostrato, in commissione, di saperne pochissimo dei servizi erogati!
Se tagli devono essere tagli siano, ma non solo sulle spalle dei cittadini e soprattutto non ne mettano a rischio la vita.
Alessandro Lucibello Piani
Fabio Tinelli Roncalli
Federazione Liste Civiche “Insieme per Cambiareâ€